Ligando canceroso e immunosoppressivo ha attività analgesica

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 17 giugno 2017.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Il ligando 1 dell’apoptosi (PD-L1, da programmed cell death) è tipicamente prodotto dalle cellule cancerose e agisce sopprimendo l’immunità attraverso il legame al recettore PD-1 espresso sulle cellule T. Vari studi hanno dimostrato che PD-L1 e il suo recettore PD-1 hanno un ruolo nella regolazione della fisiologia neuronica e del dolore, ma non è chiaro il modo in cui si esercitano queste funzioni di regolazione.

Uno studio di Gang Chen e colleghi ha ottenuto risultati significativi, analizzando questo problema nel melanoma e nelle cellule nervose del ganglio della radice dorsale.

(Chen G., et al. PD-L1 inhibits acute and chronic pain by suppressing nociceptive neuron activity via PD-1. Nature Neuroscience - Epub ahead of print doi:10.1038/nn.4571, 2017).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Anesthesiology, Duke University Medical Center, Durham, North Carolina (USA); Key Laboratory of Neurodegeneration of Jiangsu and Ministry of Education, Nantong University, Nantong, Jiangsu (Cina); Department of Physiology, College of Medicine, Gachon University, Incheon, Republic of Korea (Corea); Institute of Neurobioloogy, Fudan University, Shanghai (Cina); Department of Neurobiology, Duke University Medical Center, Durham, North Carolina (USA).

Un’introduzione a PD-L1 esulerebbe dai limiti di questa recensione, anche perché gli studi oncologici stanno fornendo una varietà di dati difficile da sintetizzare; tuttavia, qui di seguito si propongono alcuni elementi che si spera possano essere di aiuto per il lettore non specialista.

Il recettore PD-1 e i suoi ligandi, PD-L1 e PD-L2 sono noti per la loro significativa partecipazione alla regolazione delle cellule T. Studi recenti suggeriscono che l’espressione di PD-L1 nelle neoplasie maligne contribuisce alla costituzione di un microambiente immunosoppressivo e alla compromissione della risposta immune antitumorale. Farmaci diretti su questa via sono già stati verificati in sessioni di sperimentazione clinica contro varie entità tumorali con risultati molto promettenti. Recentemente è stata studiata, in uno studio condotto da Müller T. e colleghi, l’espressione di PD-L1 e PD-L2 nei carcinomi a cellule squamose della testa e del collo, in quanto mancavano dati al riguardo: se PD-L2 è risultato scarsamente rilevante, l’espressione di PD-L1 è comune e costituisce un significativo e forte biomarker. Inoltre, è stato riscontrato uno stretto rapporto fra il tempo complessivo di  sopravvivenza e l’espressione di PD-L1, che può costituire anche un affidabile fattore di stima prognostica[1]. Un risultato parziale proposto dall’American Association for Cancer Research, senza indicazione di autori (Cancer Discov. May 26, 2017), indica che il blocco di PD-1/PD-L1 aumenta la fagocitosi TAM di cellule tumorali estendendo la sopravvivenza di topi affetti da modelli sperimentali di malattie oncologiche.

Il ruolo nella regolazione della fisiologia neuronica e dell’elaborazione nocicettiva del recettore PD-1 e del ligando PD-L1 è stato studiato da Gang Chen e colleghi nel melanoma e nel tessuto nervoso normale, incluso il ganglio della radice spinale dorsale (DRG, da dorsal root ganglion). È risultato che sia le cellule del tumore maligno cutaneo, sia quelle nervose normali del DRG, producono la molecola PD-L1, che può potentemente inibire tanto il dolore acuto quanto quello cronico.

I ricercatori hanno verificato sperimentalmente che l’iniezione intraplantare di PD-L1 determinava analgesia in topi a genotipo naturale, mediante il legame con il recettore PD-1. La neutralizzazione di PD-L1 o il blocco del recettore PD-1 inducevano, al contrario, allodinia meccanica. Sono stati studiati i topi geneticamente difettivi, ossia mancanti di Pd1 (Pdcd1), e si è notato che l’assenza del recettore causava una significativa ipersensibilità termica e meccanica.

Gang Chen e colleghi hanno poi analizzato gli eventi molecolari susseguenti al legame di PD-L1 a PD-1 nei neuroni nocicettivi gangliari DRG: l’attivazione del recettore prodotta dal ligando induceva la fosforilazione della tirosina fosfatasi SHP-1, inibiva i canali del Na+ e causava iper-polarizzazione attraverso l’attivazione dei canali TREK2 K+.

La verifica sperimentale sui neuroni nocicettivi umani di DRG ha fornito una conferma di assoluta importanza: PD-L1 sopprimeva potentemente l’eccitabilità di queste cellule nervose dolorifiche.

Un ultimo dato veramente degno di menzione emerso da questo lavoro, riguarda l’effetto del blocco di PD-L1 o PD-1 in topi affetti da melanoma: si generavano intensi dolori spontanei e allodinia.

In sintesi, lo studio di Chen e colleghi identifica un ruolo mai riconosciuto in precedenza di PD-L1 quale inibitore endogeno del dolore (analgesico fisiologico) e neuromodulatore.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

Diane Richmond

BM&L-17 giugno 2017

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Müller T. et al. Oncotarget - AOP doi: 10.18632/oncotarget.17547, May 2, 2017.